Cosa vedi?

Cosa vedi? Forse non riesci a capire molto. Forse i tuoi occhi vengono rapiti dalla parte più ampia della scultura.

L’artista ha preso solo le parti in ombra di una foto per fare questa scultura, per metterla a fuoco dovremo focalizzarci sulle parti mancanti, sui vuoti della scultura e questo complica l’elaborazione della figura che arriva al cervello attraverso gli occhi.

Io adoro questo artista proprio perché mi costringe a vedere oltre l’evidente, il conosciuto. Devo guidare il mio cervello e i miei occhi ad una elaborazione della luce e delle ombre a cui non sono abituata. Ampliare la mia prospettiva. E’ una grande opportunità che mi insegna molto.

L’artista è Andrea Meneghetti, giovanissimo, ma già con un grande bagaglio di esperienze su cui non voglio soffermarmi. Per creare le sue opere ha deciso di portare l’attenzione di chi le vede solo all’indispensabile, Andrea per fare questo ha deciso di utilizzare solo le ombre della foto dell’oggetto che vuole scolpire. In effetti senza l’ombra, la luce non avrebbe un contenitore che le fa prendere la forma dell’oggetto su cui si riflette.

Approfondiamo l’argomento “luce e ombra”, le opere di Andrea ci insegnano che l’ombra è utile quanto la luce, che una non esiste senza l’altra. Ampliando il significato, ci sta comunicando che il buio è buono, utile, positivo e necessario. Partendo da questi presupposti l’oscurità non dovrebbe farci paura e invece quando siamo nell’oscurità il nostro corpo reagisce in maniera diversa rispetto a quando ci troviamo in un luogo illuminato. Perché?

Perché siamo troppo abituati a vedere solo con gli occhi e questo comporta un limite. E’ un limite che ci riportiamo anche in altre situazioni, come quando, per esempio, dobbiamo prendere decisioni su qualcosa che non conosciamo. Vado a destra o vado a sinistra? se non conosciamo cosa troviamo ne da una parte ne dall’altra facciamo fatica a muovere il primo passo sia in una direzione che nell’altra.

Quindi diventa importante abituarci a vedere oltre, utilizzare ogni senso a nostra disposizione, per poterci muovere più liberamente. Andrea ci obbliga a fare proprio questo e io gliene sono molto grata.

La scultura è intitolata “Afrodite del Vento”, la parte più ampia è il velo mosso dal vento. Lei la vediamo a sinistra della scultura, è una linea sinuosa che raffigura la sua schiena, le braccia sono aperte come se volesse catturare tutto il vento. Ha la testa un po’ china, si intravede il lineamento del naso. Riesci a vederla?

Afrodite del vento
Altre opere intitolate “Afrodite”